l'Arca dell'Alleanza

l'Arca dell'Alleanza

Nell’articolo “Budda e la meditazione” ho raccontato della cena sulla terrazza e di come i miei ospiti, parlando di religione, hanno definito, con una parola, la caratterizzazione delle religioni maggiormente diffuse sulla terra.

Per descrivere l'ebraismo dissero Norme

Dopo la dissertazione sul buddismo (vedi articolo) voglio capire se la parola Norme definisce la prima delle religioni abramitiche in ordine di tempo: l’ebraismo.

Mi parve strana la definizione  "norme" in quanto avrei pensato che una religione che è l’incontro col divino, con ciò che non è né visibile né comprensibile alla mente umana, non possa essere riassunta con una parola che indica leggi piuttosto che mezzi speculativi per raggiungere il divino. Ho iniziato ad informarmi.

 

Ho utilizzato quattro testi: “Ebraismo” di Norman Solomon, “le Leggende degli Ebrei” di Louis Ginzberg , “La filosofia ebraica” di Shlomo Pinès oltre ad un articolo dal titolo “Arabi, Ebrei, Bizantini” in “Storia della Filosofia Occidentale”.

Ho incontrato un mondo culturalmente fecondo che, in alcuni tratti, spaventa.

Perché spaventa? Un poco perché Solomon utilizza termini guerreschi come debellare (pag 16, riga 20 e seguenti) e “nazionalismo specificatamente ebraico” un poco perché in un libro, dichiaratamente divulgativo, tutti i primi capitoli sono dedicati a contrapporre il cristianesimo (colpevole) all’ebraismo (vittima) ed infine perché vedo nella piattaforma di Filadelfia dell’ebraismo riformato (pagg 135-6) la base della “cancel culture” ossia la cancellazione della vecchia cultura per sostituirla con quella della Torah

 

La prima domanda che Solomon si pone è chi sono gli Ebrei?

E la risposta, riprendendo un rabbino che ha presentato l’ebraismo a dei cristiani , essere ebreo è (pag 4):

Rapporto con dio

Torah (via, istruzione)

Mitzvah (comandamento, buona azione)

Averah (trasgressione/peccato)

Libero arbitrio

Teshuvah (penitenza, ritorno a Dio)

Tefillah (preghiera)

Tzedakah (equità, correttezza)

Hesed (amore, compassione, bontà)

Yetzer tov (inclinazione al bene)

Israele (il popolo, il patto, la terra)

I punti focali sono: Dio, la Torah, il popolo d’Israele.

Attorno a questi punti esiste il mondo circostante con cui il popolo d’Israele interagisce.

Essi sono un popolo speciale scelto da Dio per essere veicolo della sua rivelazione.  

Interessante un articolo (a piè pagina il link) che descrive il Dio d’Israele come un Dio duro e vendicativo.

Per Solomon… "gli ebrei avevano rinnegato Gesù, così erano stati maledetti…e nel medioevo…i cristiani…avevano relegato di fatto questo popolo all’infima condizione sociale prevista". (pag 9-10).

 

Sempre secondo l’autore in tutto questo gli ebrei “si vedevano come il popolo scelto da Dio, una nazione esiliata dalla propria terra. Erano d’accordo con gli oppressori nel considerare l’esilio una conseguenza dei peccati commessi” che sia cristiani che musulmani intrepretavano come un rifiuto da parte di Dio e che gli ebrei per contro “la consideravano una conferma della propria condizione di eletti, dal momento che il Signore “rimprovera colui che ama” (Pr 3,12).

Le nazioni in cui si trovavano erano gli impuri le cui influenze andavano combattute con forza, fintanto che Dio nella Sua infinita pietà avesse deciso di redimere e difendere il suo popolo.” (pag 11)

 

Interpreto pertanto che l’ebraismo è un sentimento di appartenenza in contrapposizione al resto (i gentili).

 

L’Illuminismo cercò di creare senso di appartenenza dell’ebreo allo stato ospite pur riconoscendo la religione e cercando di farli diventare cittadini dello stato ma ci fu una forte opposizione da parte delle comunità ebraiche all’integrazione ritenendovi una minaccia all’integrità della comunità e alle pratiche religiose (pag 13-14)

 

Di certo la visione di Marx (ebreo) che sostiene che l’ebraismo non identifica né una religione né un popolo bensì un senso di rivincita non è gradito a Solomon (pag 15).

Il Sionismo, termine coniato nel 1892, è una risposta conseguente agli atteggiamenti europei del XIX secolo: il voler riconoscere agli ebrei una identità civica minaccia, a detta di Herzl e Hess la identità ebraica che non poteva riconoscersi nelle identità nazionali europee e pertanto fu pensato il nazionalismo del ritorno a Sion, la terra promessa, come sovranazionale e unificante della identità ebraica.

 

Al termine della lettura del capitolo io capisco che gli ebrei sono quanti osservano la Torah (Legge) e si riconoscono nazione in quanto scelti da Dio che impone l’obbedienza della legge.

Dio vuole obbedienza e osservanza della sua legge (Norme). 

 Chi non osserva è punito e la punizione è la morte civile o fisica.

 

Un capitolo è dedicato alla separazione tra Ebraismo e Cristianesimo e la domanda più interessante è quando è nato l’ebraismo. L' ebraismo nacque quando Mosè ricevette le tavole della Legge? Quando si compì la scrittura della Bibbia (5 libri: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio) o fin dalla scrittura dei primi libri?

Nacque con la Bibbia che è la legge/dottrina religiosa data da Mosè al popolo. Viene chiamata Torah scritta che è differente dalla Torah orale che è la interpretazione rabbinica del testo sacro.

 

Ciò che colpisce degli Ebrei è la passione per le date (se si visita il Museo samaritano sul Monte Garizim a Nablus se ne comprende appieno la portata) tanto da fissare una data, seppur approssimativa, per la nascita di Adamo ed Eva al 3760 a.e.v. (ante era volgare). Oggi (2023) siamo nel 5784 a.m. (anno mundi) dalla creazione del mondo.

E’ un computo complesso seppur semplice ma con una mentalità tutta numerica (o scientifica se si preferisce questo termine seppur mi domando cosa significhi scienza).

Pare di pura fantasia a un Gentile un conteggio simile mentre per un ebreo è la Verità.

 

In ogni caso secondo Salomon la divisione tra ebraismo e cristianesimo nacque all’interno degli Apostoli poiché nella setta cristiana si pose una questione: allargare ai non circoncisi l’ebraismo e Gesù permettendo anche a chi non osservava la Torah di farne parte oppure per diventare Cristiani era necessario seguire la Torah?

Pietro e Paolo erano per l’allargamento, altri per la chiusura.

Giacomo, fratello di Gesù, propose che si chiedesse quanto meno ai pagani di “astenersi dalle carni immolate agli idoli, dalla fornicazione, da animali soffocati e dal sangue “ (At. 15,20). Questo compromesso venne accettato e riporta la Bibbia, spedite lettere alle comunità giudaiche. (pag 26). Ed i Gentili divennero cristiani senza seguire la Torah.

Ma rimanevano pur sempre una setta, i Cristiani e perché divennero religione si chiede Solomon? Perché si vendettero agli oppressori Romani e interpretarono la distruzione del tempio come una punizione per aver ripudiato Gesù e un rifiuto, da parte di Dio, degli ebrei.

Gli Ebrei interpretarono si come punizione per i peccati la distruzione del tempio ma non come un rifiuto da parte di Dio che invece era con loro perché, come scritto sopra, Dio rimprovera chi ama.

 

Il 70 d.C. fu il punto di non ritorno e i cristiani svilupparono “l’insegnamento del disprezzo” per gli ebrei che fu causa di tanta infelicità. (pag 28)

 

Divisisi Ebrei e Cristiani si svilupparono due scuole filosofiche, quella ebraica il cui capostipite si considera Filone d’Alessandria e quella cristiana con i Padri della Chiesa. Alle due scuole filosofiche si aggiunse quella araba venendosi così a creare, nel bacino del Mediterraneo, tre scuole filosofiche e di pensiero che attingevano però tutte alla scuola filosofica greca di Aristotele e Platone (vedi articolo Arabi, Ebrei, Bizantini). L’autore del saggio citato mette in paragone 4 pensatori, Avicenna, Averroè, Mosè Maimonide, Eustrazio di Nicea che, appartenenti a religione differenti (2 musulmani, 1 ebreo, 1 cristiano),  con radici filosofiche greche ma retroterra religioso differente furono accettati in Europa e crearono la cultura odierna.

 

In particolare Mosè Maimonide, appoggiandosi alla cultura filosofica greca unì, a uso, consumo  e giustificazione degli ebrei, la Legge di Dio alla filosofia dicendo che chi le possiede entrambe è Perfetto perché riunisce due perfezioni (Sapienza e Profezia) ed è Guida.

Con Mosè Maimonide la filosofia, quanto di più lontano dalla Legge, se unita all’illuminazione della Legge biblica, che lascia ben poco spazio alla speculazione filosofica, si è Profeta e Guida.

Rimane che per essere ebreo bisogna obbedire a leggi severe che non bisogna, mai, trasgredire pena l’allontanamento.

 

Mose Maimonide formula i 13 principi della fede nel suo Commentario alla Mishnah composto nel 1160 circa

 

Credo con fede assoluta

1)   Il Creatore è Autore e Guida di tutto ciò che esiste

2)   Il Creatore è uno; la sua unità è diversa da quella di qualsiasi altra cosa; egli e il nostro Dio ed esiste in eterno

3)   Il Creatore non ha corpo o caratteristiche fisiche, e non può essere paragonato a nessuna cosa esistente

4)   Il Creatore è primo e ultimo di tutti gli esseri

5)   E’ giusto pregare il Creatore, ma nessun altro

6)   Tutte le parole dei Profeti sono vere

7)   La profezia di Mosè è vera, ed egli fu il Padre (cioè il più grande) di tutti i Profeti sia prima sia dopo di Lui

8)   La Torah che è ora in nostro possesso è quella consegnata a Mosè

9)   La Torah non verrà cambiata, né il Creatore consegnerà un’altra Torah

10) Il Creatore conosce i pensieri e le azioni delle persone

11) Egli premia coloro che seguono i Suoi comandamenti, e punisce coloro che li disubbidiscono

12) Sebbene il Messia ritardi, bisogna aspettare costantemente la Sua venuta

13) I morti saranno resuscitati

 

Come normale non tutti seguono Leggi tanto dure: ecco quindi che prolificano le sette: Ortodossi, Conservatori e Riformati. Tutti si considerano osservanti della Legge.

Nel 1869 a Filadelfia viene scritta la piattaforma dell’ebraismo riformato

Conferenza di Filadelfia, 3-6 Novembre 1869

 

Dichiarazione dei principi

1)   Lo scopo messianico di Israele non è la restaurazione del vecchio Stato sotto un discendente di Davide, che implicherebbe una seconda separazione dalle nazioni della terra, ma l’unione di tutti i figli di Dio nel riconoscimento dell’unità di Dio al fine di realizzare l’unità di tutte le creature razionali e la loro chiamata alla santificazione morale.

2)   Consideriamo la distruzione della seconda comunità ebraica non una punizione per la cattiveria di Israele, ma il risultato del proposito divino rivelato ad Abramo, che, com’è diventato ancora più evidente nel corso della storia del mondo, consiste nella dispersione degli ebrei in tutte le parti della terra per la realizzazione della loro somma missione sacerdotale, ovvero condurre le nazioni alla vera conoscenza e adorazione di Dio.

3)   Il sacerdozio di Aron e il culto sacrificale di Mosè furono i passi preparatori al vero sacerdozio dell’intero popolo, che cominciò con la dispersione degli ebrei, e ai sacrifici di devozione sincera e santificazione morale, gli unici apprezzati e accettabili per il santissimo. Queste istituzioni, preparatorie per una religiosità più elevata, furono consegnate al passato una volta per tutte con la distruzione del Secondo Tempio, e soltanto in questo senso – come influenze educative del passato – devono essere menzionate nelle nostre preghiere.

4)   Per quanto riguarda i riti ed i doveri religiosi, ogni distinzione tra aaronidi e non-aaronidi (ndr classe sacerdotale) è di conseguenza inammissibile sia nel culto religioso sia nella vita sociale.

5)   La scelta di Israele come popolo della religione, portatore dell’idea più elevata di umanità, deve essere ancora, come sempre, fortemente sottolineata, e proprio per questa ragione, ogniqualvolta sarà menzionata, ciò avverrà mettendo nel massimo risalto la missione mondiale di Israele e l’amore di Dio per tutti i Suoi figli.

6)   La fede nella resurrezione del corpo non ha fondamento religioso, e la dottrina dell’immortalità si riferisce unicamente alla sopravvivenza dell’anima.

7)   Sebbene il mantenimento della lingua ebraica, in cui vennero riposti i tesori della rivelazione divina e in cui sono conservati i resti immortali di una letteratura che influenza tutte le nazioni civilizzate, debba sempre essere una nostra priorità assoluta in quanto realizzazione di un dovere sacro, bisogna prendere atto che questa è diventata inintelligibile alla grande maggioranza dei nostri correligionari. Pertanto le attuali circostanze consigliano di cedere nella preghiera a una lingua intelligibile, giacchè la preghiera, se non è compresa, è una forza senza anima.

 

La conferenza approvò inoltre alcune deliberazioni sul matrimonio e sul divorzio, accettò il principio matrilineare per la determinazione dell’identità ebraica, e ribadì che il figlio maschio di una madre ebrea era ebreo anche se non circonciso.

In tutto il libro, divulgativo, di Solomon non ho trovato accenno a concetti spirituali: capisco che l’ebraismo è seguire, rigidamente, la Legge (Norme).

La parola norme parrebbe,  pertanto, essere ben utilizzata per contraddistinguere l’ebraismo.

 

Link all’articolo (vivamente consigliata la lettura)

 

 in immagine: Anagni, cappella di San Magno: il trasporto dell'Arca dell'Alleanza

 

 

 

 

 

 

 

 

ed. G. Cambiano, L. Fonnesu, M. Mori, vol. II: Medioevo e Rinascimento, Il Mulino, Bologna, 2014, pp. 111-145.

 

Einaudi Tascabili N. Solomon Ebraismo Torino  ed. Einaudi 1999

 

Biblioteca Adelphi L. Ginzberg Le Leggende degli ebrei Vol I Adelphi Edizioni 1995

 

Il pellicano rosso S. Pinès La Filosofia ebraica ed. Morcelliana Brescia 2008