Buddha e la meditazione

Buddha e la meditazione

Nulla succede per caso, sarà vero?

Ciò che ho notato è che dettagli infinitesimali, mai percepiti, portano a prestare attenzione a cose o fatti che non avevamo guardato con occhio attento.

Da una cena ecco questo scritto

 

Mesi or sono cenavo fronte mare cullato dalla luna, in compagnia di omaniti e indiani ed ero l’unico rappresentante della cultura occidentale, degustavamo piatti di cucina araba, indiana, cinese ed europea: cultura nel piatto e nella conversazione multiculturale: ci scambiavamo pareri e pensieri riguardo i nostri modi di essere.

 

Inizialmente i commensali non toccavano argomenti ritenuti sensibili ma, col progredire della cena e la reciproca conoscenza, la sincerità emerse e si iniziò a spaziare toccando vari argomenti  tra cui politica e religione.

CIò che più mi colpì fu la loro visione dell’oggi, della cultura e del futuro: per i commensali, tutti, il centro del mondo non era l’Occidente ma, semmai, l’Oriente (quale Oriente? India o Cina?) che, sebbene in crescita economica, rimane legato alle tradizioni ed anzi è alla riscoperta di quel passato che il colonialismo ha coperto.

 

La religione fu uno degli argomenti e siccome al tavolo sedevano Cristiani, Induisti, Musulmani (n.b. l’elenco è in ordine alfabetico) ogni commensale fu stimolato a definire con una parola una religione.

Le parole che emersero furono

Buddhismo: meditazione

Cristianesimo: compassione

Ebraismo: norme

Induismo: devozione

Islamismo: fratellanza

Non fu definito il Confucianesimo, il Taoismo, l’Animismo e lo Zoroastrismo.

 

Non avevo mai valutato la possibilità di definire una religione con una parola e ne rimasi colpito. Finita la cena tornai in albergo e la conversazione scomparve in qualche anfratto del cervello.

Per le feste di Natale riordinando libri archiviati senza ordine il mio occhio cadde su una pubblicazione, edita nel 1976 da Mondadori Editori, dal titolo Buddha.  Immediatamente andai a ripescare anche un altro libro, edizioni Tascabili Einaudi stampato nel 1996, di Damien Keown dal titolo Buddhismo.

Iniziai a sfogliare i due testi e pensando di far cosa gradita, stimolato dalla conversazione tenuta a cena, ho pensato di scrivere due righe per chiarire il perché degli enunciati sulle varie religioni senza nessuna pretesa , sia ben chiaro, di esperto ma solo facendo un riassunto dei riassunti.

 

Buddhismo: meditazione. Perché?

La prima domanda che viene posta nel libro di Keown fu: “Il buddhismo è una religione?”

Secondo l’autore, sebbene il buddhismo neghi l’esistenza di un Dio creatore (vedi pag 6 e seguenti) pur ammettendo l’esistenza di esseri soprannaturali, è una religione, perché soddisfa le “sette dimensioni” (autore Ninian Smart) che contraddistinguono tutte le religioni e che sono

 

Dimensione:

1)     Pratica e rituale

2)     Empirica ed emozionale

3)     Mitica e narrativa

4)     Dottrinale e filosofica

5)     Etica e giuridica

6)     Sociale ed istituzionale

7)     Materiale

 

Il Buddhismo in maniera differente rispetto alle religioni abramitiche, possiede, sempre secondo Keown, queste dimensioni ed è una religione anche se, spesso, si conserva l’idea che sia una filosofia.

 

Il termine Buddhismo fu utilizzato dagli occidentali a partire dal 1830 ma il termine più corretto dovrebbe essere Dharma (legge) o Insegnamenti di Buddha e bisognerebbe parlare di buddhismi perché gli insegnamenti dell’Illuminato (Buddha) hanno dato vita a sette e scuole buddhiste.

 

La scuola che io incontrai per prima è quella conservatrice (piccolo carro) diffusa in Asia meridionale. Fu la Thailandia ad introdurmi alla conoscenza del buddhismo. Successivamente incontrai la scuola diffusa in Cina e Vietnam (grande carro) ed infine quella in Nepal e Buthan (buddhismo tibetano).

Tra le scuole quella più tradizionalista (Theravada) è quella che mi affascina maggiormente. Il piccolo carro (Theravada) si attiene più strettamente agli insegnamenti (Buddha pag 59 e seguenti)

Una nota quando scrivo Buddha mi riferisco sempre al Buddha Sakyamuni (il saggio dei Sakya).

 

Forse fu l’arte che mi portò a prediligere il piccolo carro.

L’arte del sud dell’Asia ha forme più lineari, seppur sovrabbondanti e pertanto sento maggior misticità nei templi birmani o Thai o dello Sri Lanka piuttosto che in quelli della Cina.

Anche da noi una chiesa romanica ha una atmosfera molto diversa da una rococò austriaca o una ortodossa russa.

 

L’arte, o meglio il bello, è fondamentale per chi segue il Sentiero.

Riporto, integralmente quanto scritto a pag 68 del libro Buddha “Una volta Ananda (discepolo del Buddha ndr) disse al Buddha: “una metà della vita santa è amicizia, associazione e intimità col Bello”. Al che rispose il Maestro “Non dir così, Ananda. Ciò costituisce tutta la vita santa. Da un monaco che provi amicizia, affinità e intimità col Bello ci si deve attendere che segua il sentiero ariano delle Otto suddivisioni e che ne faccia buon uso”.

Uno dei templi più belli a Bagan (Myanmar) è la pagoda Ananda dal nome del discepolo.

Il tempio, uno dei massimi capolavori dell’arte birmana fu edificato a partire dal 11° secolo e, pare, il nome fosse Nanda.

Perso/dimenticato il nome a causa del decadimento di Pagan, nel secolo XIX, gli fu dato il nome del discepolo di Buddha, Ananada per il discorso sul bello avuto tra Lui e l’illuminato.  

 

Scopo del Buddhismo è porre fine alle sofferenze e raggiungere il nirvana il summum bonum che è sia concetto che esperienza.

Buddha ci rivela (Sermone nel parco dei daini presso Benares) quindi le 4 nobili Verità che sono

la verità del dolore

la verità dell’origine del dolore

la verità della cessazione del dolore

la verità della via che porta alla cessazione del dolore

 

Cosa ci dicono le nobili Verità? che la vita è sofferenza perché presto o tardi veniamo privati da ciò che ci dà gioia e ciò porta alla sofferenza. Quale l’origine del dolore? La perdita: la gioventù scompare e la vecchiaia è rimpianto, la salute passa e sopraggiunge il dolore fisico, la bellezza ha un termine insomma, la ricchezza sembra gioia ma causa infelicità poiché fa aumentare la cupidigia, la perdita di un amore o di una persona cara e quanto ci ha dato gioia nella vita non dura e la sua scomparsa è fonte di dolore. Quale è la verità? Che bisogna far cessare il dolore che ci tiene legati al karma.

 

Come fare quindi per raggiungere il Nirvana (estinguersi), la cessazione delle sofferenze? Certamente con una vita virtuosa ma non basta, ci vuole anche la Saggezza “che è intima comprensione filosofica della condizione umana; richiede una visione intuitiva della natura della realtà che deriva solo da lunga e profonda riflessione. (Buddha pag 47 riga 11 e seguenti)

 

E’ la quarta nobile verità che ci dice come fare: “nella confusione della vita quotidiana pochi si soffermano a considerare quale sia la vita più soddisfacente. Buddha riteneva che la forma di vita più alta fosse quella che favorisce lo sviluppo della virtù e della conoscenza e l’ottuplice sentiero delinea proprio un modo di vita mirato alla loro realizzazione.”  (Buddha, pag 56, riga 21 e seguenti)

 

Il Nobile Ottuplice Sentiero (dharma) è la via intermedia perché suggerisce  una direzione a metà tra una vita di soddisfazioni materiali e e una di severa austerità.  Quale la via?

Retta visione, Retta intenzione  = saggezza

Retta parola, Retta azione, Retta sussistenza = moralità

Retto sforzo, Retta presenza mentale, Retta concentrazione = meditazione

 

E’ la meditazione è la via maestra per l’illuminazione. (Buddha, pag 87 riga 11)

 

E’ l’essere umano che studiando impara la strada del Maestro la segue e, attraverso la meditazione che è ciò che ci unisce con noi stessi e con gli altri esseri viventi può raggiungere l’illuminazione stato in cui, dopo aver ricordato le vite passate, aver osservato il ciclo di morte e rinascita ci si libera delle impurità spirituali e si eradica cupidigia e ignoranza che sono i mali che ci tengono legati al Karma.

 

La strada per giungere alla Illuminazione è lunga ma noi abbiamo un vantaggio: il Maestro ci rivela ciò che Lui ha sperimentato e compreso ed eradicare la sofferenza del ciclo di morte e rinascita (karma) è lo scopo del dharma

 

In conclusione: in poche righe ho cercato di spiegare perché il termine che definisce meglio il buddhismo è meditazione

 

E se ti va ascolta la canzone

 

 

Bibliografia

Damien Keown, Buddhismo, Einaudi Tascabili, 1996

Gabriele Mandel Sugana, Buddha, i grandi di tutti i tempi , Arnoldo Mondadori editore, 1976

Donald M. Stadtner, Ancient Pagan, Buddhist plain of Merit, Narisa Chackrabonge editor, 2013