Oman, terra di farfalle

Oman, terra di farfalle

In Italia se mai capitasse di leggere le descrizioni introduttive del paese si parla di Oman come terra dell’incenso o di Sinbad il marinaio e mai si trova il paese associato alle farfalle. Perché?

Forse perché nessuno osserva? 

Oppure perché qualcuno ha scritto che Oman e Sinbad sono associati e poi si copia?
Chissà!

 

Allora vediamo di fare chiarezza o almeno dare il punto di vista de viaggi della semiotica che cercherà di raccontare l’Oman che ha visto: se rivado alle prime descrizioni fatte del paese per primo ho associato Oman a Sinbad il marinaio e Sherazade e le mille e una storia ma è errato.

Ritenevo che per incantare il visitatore bisognasse ammantare la visita al paese con quella patina favolistica a cui la filmografia occidentale ci ha abituato ma è fuorviante perché non si può ridurre un paese, così paesaggisticamente vario, ad una storia fantastica, per quanto bella.

 

L’Oman non è il paese di Sinbad: in le mille e una notte solo una storia cita espressamente il paese ed è nel libro IV (almeno nella mia edizione) ne la “Storia di Harun ar Rashid e del giovane dell’Oman” e, per altro, nel racconto, del paese non si ha descrizione alcuna cosa comune a tutte le novelle del libro perché i racconti de le Mille e una notte non descrivano paesi ma situazioni. Solo a un certo punto del racconto quando il giovane è invitato a raccontare dice “che io sono un mercante di mare, originario dell’Oman”.

 

Questa frase fa già intendere come è il paese: 1700 chilometri di costa, abitata da marinai e pescatori, che vanno dalla penisola del Musandam affacciata sul Golfo arabo (o persiano) fino al confine con lo Yemen a sud. 

Alle spalle della capitale, Mascate, si trova una catena montuosa che separa il mare dal deserto arabico ed il resto del paese è prevalentemente desertico.


Un ammasso di sabbia e sassi bruciati dal sole: volendo si potrebbe descrivere così il paese….ma così non è perché come in tutti i paesi desertici l’acqua fa la sua comparsa, abbondante e dove c’è l’acqua c’è la vita, tanta vita sia vegetale che animale.

 

La lettura de le mille e una notte aiuta a capire il paese perché le storie descrivano non tanto luoghi ma la cultura dei paesi arabi con cibo, bevande e l'interno delle case con usanze a noi totalmente sconosciute.


Viaggiando in Oman scopri che è ben diverso un paese arabo da un paese in cui la religione ufficiale è l’Islam. Essere arabi significa vivere in quella cultura essere musulmani significa seguire l’Islam. L’esempio che maggiormente calza a quanto scritto è l’Indonesia che è il maggiore paese musulmano al mondo ma con la cultura araba non ha nulla a che vedere così come l’Iran (o Persia) che è musulmano ma non arabo e i persiani sottolineano sempre che non sono arabi: l’iran è stato islamizzato, certamente si, ma non è diventato arabo.

 

Ciò che a me ha colpito del paese è la cultura araba qui particolarmente conservata: tutti vestono gli abiti tradizionali, il senso della famiglia è il legante del paese con una certa diffidenza verso lo straniero che non si adatta alla loro cultura e una grande apertura nei confronti dell’ospite che è sacro e come tale onorato.

 

Il paesaggio è di difficile descrizione: il sole splende sulle rocce sedimentarie o vulcaniche e le fa brillare, l’aria è secca si ma lattiginosa e fa parere l’orizzonte irreale. 

Viaggiando per il paese ti domandi cosa stai ammirando realtà o miraggio, almeno durante il giorno perché quando cala la sera, al tramonto, tra le 5 e le 6 l’aria diventa trasparente e riesci a leggere ogni piega del terreno a contare i sassi oppure, se sei nel deserto, a vedere i granelli di sabbia che, se anche si alzano, non fanno polvere tanto sono pesanti.

 

Poi le oasi: dove c’è acqua c’è tanta vita e negli Wadi trovi non solo piante in abbondanza e fiori e tante palme da dattero ma anche insetti, uccelli e soprattutto farfalle.

Ecco ciò che mi ha lasciato a bocca aperta: le farfalle. Qui, negli wadi le farfalle sono in abbondanza. Volano da un fiore all’altro si posano qua e la e colorano l’aria con le loro ali che vanno dal marrone al giallo e ti volteggiano attorno in un frastornante battito d’ali.

Non ero più abituato a vedere le farfalle in tal numero così come non sono abituato a vedere tanti insetti impollinatori che volteggiano sui e attorno ai fiori: sono rimasto incantato a guardare api e farfalle che volavano da un fiore all’altro circondato dal canto degli uccelli e dal leggero gorgoglio dell’acqua che scorre nell’alveo del ruscello o nei falaj (canali irrigui).

 

L’acqua dei torrenti e piena di piccoli pesci che non appena metti una mano o un piede in acqua vengono a cibarsi o a mangiare le cellule morte della pelle e senti il solletico di queste piccole bocche che ti puliscono la pelle e poi ti puoi tuffare nelle sorgenti calde facendo un bagno rilassante e “abluzionante” circondato dalla natura.

 

Il deserto non è meno bello con le sue dune rosse spostate e modellate del vento in cui il sole ,infuocato durante il giorno, le appiattisce e le scolora e poi al tramonto le modella e le colora di rosso, la notte le copre di silenzio ed all’aurora le trasforma in cipria rosata.  

 

Se poi, per completare la visita cammini e percorri la montagna, sia la montagna del Sole che quella verde beh la visita si inebria di tanta bellezza che difficilmente riesci a descrivere perché rischi di scadere nel banale e ripetitivo. 

E’ sufficiente dire che la piegatura delle rocce, la grandezza dei canaloni accarezzati da questa luce lattiginosa riempie gli occhi e la mente.

 

Tornando a casa nel comodo mezzo 4x4 ascolti musica araba dopo aver ascoltato quella europea e allora ti rendi conto che trombetta e tamburo sono la base della musica araba a differenza della musica occidentale o meglio della melodica italiana in cui la base è quella della chitarra che sommessamente piange tra le dita del musicista.

E cantare bella ciao perché il tuo autista conosce quella canzone tra tutte quelle italiane e la mette in “loop” ti riempie il cuore di gioia e ti domandi “perché dovrei tornare a casa?”

 

E qui metto la canzone con cui siamo partiti a fare il contest musicale di confronto tra Italia e Oman: Rosse Rosse  ma bisognerebbe anche ascoltare una canzone d'amore araba

Buon ascolto e buona lettura di questo breve racconto de viaggi della semiotica che intende dare significato ad un viaggio in Oman, il paese di Sinbad.. opps no, il paese dell’incenso o meglio delle farfalle!

Oman si, è il paese dell’incenso il cui profumo arricchisce l’esperienza di viaggio inebriandoti in ogni dove ed il paese dove, ancora, le farfalle volano!