Memorie in scatola: da consumare con il senno di poi

Memorie in scatola: da consumare con il senno di poi

Ho visitato la mostra de "la Chigi" in bunkervik  e ne sono rimasto colpito e affascinato  perchè trattava un tema che in questi ultimi anni mi ha cambiato la vita, il distanziamento e che, tutti, chi più chi meno ha sofferto.

I Viaggi della Semiotica, parlando di segni, significato e significante non possono non parlare di questa installazione e chi, meglio di Margaret Sgarra, curatrice di arte e Storica dell'Arte, per parlarne?


Riporto integralmente l'articolo ( il titolo di questo articolo è il titolo di quanto scritto sotto) di Margeret Sgarra.


L'articolo è reperibile alla mostra: 


Memorie in scatole: da consumare con il senno di poi

La parola aII'immagine"

Aby Warburg

Ogni individuo, ogni giorno, nel corso della sua esistenza si confronta con la sfera interiore e l'ambiente circostante. Le azioni a le interazioni che esso compie vengono svolte alI'interno di uno spazio fisico al quale egli attribuisce una connotazione positiva o negativa, quasi mai neutra. Lo spazio ha sempre delle caratteristiche precise e riconoscibili e i luoghi assumono un significato differente in base alle sensibilità di chi li guarda e li attraversa.



Nel 2019, a seguito della diffusione del Covid-19 e dei vari lockdown che si sono susseguiti, il modo di intendere lo spazio ha subito un cambiamento notevole. Tutte le azioni e le attività che l'essere umano era solito svolgere in luoghi predisposti alla socialità e al benessere individuale (centri culturali, centri sportivi, locali commerciali, biblioteche ecc ecc) sono state “sospese" in nome della protezione e tutela di sé e degli altri, comportando cosi un inevitabile senso di smarrimento e di instabilità soprattutto per la fruizione delle relazioni sociali. La casa, da sempre intesa come un luogo di abitazione, e diventata una sorta di "centro polifunzionale" in cui svolgere tutte le attività previste in altri luoghi predisposti. Questa dinamica ha reso la casa un nonluogo (1), uno spazio in cui tutto è possibile ma alto stesso tempo privo di una identità.

La Chigi attraverso la mostra personale Memorie D'istanti racconta la casa intesa come contenitore di storie lnfinite, uno spazio di possibilità e narrazione, in un momento storico senza precedenti. L'interesse delI'artista é rivolto al conservare, valorizzare e divulgare le storie altrui tramite il medium del contenitore. All'interno della sua ricerca, "la scatola™ rappresenta una sorta di teatro in cui "mettere in scena” un'immaginaria e ipotetica ma possibile e ordinaria “routine”. Il medium, a seconda delle opere d'arte, viene riadattalo: scatolette di alluminio, cassetti, armadi hanno la funzione di proteggere i suoi micromondi.

Cartoline da Janas consiste in un archivio di 90 cartoline riportanti le immagini di una serie di opere dal titolo comune Janas che hanno il format dei contenitori metallici. Le scatolette di alluminio che originariamente conservano al loro interno del prezioso cibo, attraverso la tecnica delI'assembIaggio, diventano una rappresentazione del mondo in cui viviamo e abbiamo vissuto durante il lockdown. 

La metaforica (ri)costruzione della nostra società (reale o utopica) ha una funzione terapeutica per I'artista, e un modo per (ri)ordinare quello che succede e comprendere gli altri. Ogni esemplare è un micromondo con una tematica precisa che viene espressa attraverso I'utiIizzo di cromatismi che hanno un valore simbolico e alcuni elementi caratterizzanti al suo interno: i sentimenti, la sfera ambientale ed emozionale, la comunicazione, l'interiorità e lo scorrere del tempo, sono solo alcuni degli argomenti trattati. Si tratta di metafore racchiuse dentro ipotetici luoghi. 

Nelle ambientazioni ricreate e possibile osservare piccoli personaggi alle prese con le difficoltà di mantenere la propria identità in un momento storico che presenta dei tratti quasi distopici: emozioni, speranze, gioie e incertezze vengono interpretate dall'artista assemblando objets trouvés e altri materiali rigorosamente non in scala. 

In questo caso, la memoria viene rielaborata tre volte: tramite l'utilizzo di “oggetti trovati” che hanno già un loro trascorso, successivamente nella "messa in scena" della vicenda aIl'interno dei contenitori (inserendo elementi prelevati dai contesti originari e reintervenendo anche sugli stessi) e immortalando le scene realizzate. Si tratta in tutti e tre i casi di un archivio. 

Come ha mosso in evidenza Cristina Baldacci nel suo testo "Archivi impossibili. Un'ossessione   delI'arte contemporanea" (2), archiviare è un modo per riordinare quanto ci lascia disorientati: “II bisogno di classificare - ovvero i ricondurre una varietà di oggetti a un certo numero di tipi gerarchicamente ordinati per riuscire ad afferrare e comprendere il mondo - accompagna quei momenti della storia in cui percepisce con maggiore intensità una crisi della conoscenza; anche se oggi, nell'era dell'informazione totale, il rinnovato interesse per la catalogazione e l'archiviazione nasce forse dall'esigenza di orientarsi in un eccesso di conoscenza tale da lasciare disorientati dalla ludicità apparente di Cartoline da Janas, il concetto di memoria viene affrontato in maniera più cruda attraverso la installazioni In memoriam e Special Openings. 


In queste opere l'indagine viene rivolta alle tematiche del dolore e della perdita, sottolineando la necessità di un momento introspettivo per comprendere quanto successo. 

La fragilità che ne consegue viene espressa neIl'opera partecipativa Distanziamento.

 L'installazione, realizzata in collaborazione con 14 signore anziane del Centro diurno Contrada Larga (TN) attraverso la tecnica del ricamo, vuole essere una connessione visiva e concettuale fatta di distanze e materiali che evocano la delicatezza e la precarietà del sentire umano. II paradosso consiste nel fatto che, durante la realizzazione deII'opera, si è annullato quel distanziamento che ha portato i soggetti più deboli a sentirsi invisibili e marginalizzati in balia deII'ignoto. 

Lo stesso atto di ricamare è una riflessione sullo scorrere del tempo e sul tramandare. Un'altra opera che prevede la collaborazione dì più individui è la serie di cartoline realizzata con i frequentatori del Centro Odorici dove ognuna delle persone coinvolte lascia un messaggio indirizzato ad una persona cara e rappresenta le emozioni e i simboli che ha interiorizzato durante il lockdown. 

Ogni cartolina riporta un messaggio specifico che parla del mittente, deI destinatario, di noi e del momento.(3)

Caramelle da una sconosciuta é un'opera concettuałe che precede l'interazione del fruitore. La riflessione sollevata dall'autrice è legata ai temi della fid\icia e della solidarietà: dopo aver pescato una caramella riportante una lettera della parola “distanziamento", il partecipante comunica all'artista Is suggestioni evocate determinando cost un momento di provvisoria intimità relazionale.

lmmagini e parole sono in dialogo tra loro come lo sono il progetto espositivo e to spazio che Io ospita: Bunkervik. II rifugio delle idee è un rifugio antiaereo edificato negli anni '40. 

Le sue mura riportano le scritte degli “abitanti" precedenti, spesso espressioni delle loro paure e speranze, intrecciando così una connessione tra ieri e oggi. 

Questo legame è evidente neIl'opera In my lips. A simple story of history. Essa si configure come un'instaIIazione costituita da due parti complementari: una figurativa e una sonora. 

La parte figurativa consiste nella creazione di una bocca tramite l'assemblaggio di coperchi di scatolette mentre quella sonora diffonde un audio contenente i rumori registrati dal quartiere di riferimento dello spazio, suggerendo un dialogo tra passato e presente. tra memorie e storie differenti.

 


Conservare la memoria è lasciare una traccia, un qualcosa di sé, degli altri, un dettaglio apparentemente insignificante di una narrazione, per fare sì che chi verrà possa usufruirne al fine di rendere migliore il proprio tempo e non ripetere gli stessi errori. 


L'arte, in questa chiave di lettura, diviene uno strumento di riflessione, un veicolo per immaginare, proteggere e divulgare perché è il nostro sentire a renderci umani così come sono le storie individuali a renderci unici. 


L'errore che si compie più spesso è quello di pensare che tutto resti immutato e che il tempo a disposizione sia eterno. “Con il senno di poi...” viene spesso detto, le opere di La Chigi possono essere lette come  un'interpretazione di questo celebre modo di dire.



(1) Aquesto proposito si può consultare: Marc augè, Disneyland e altri non luoghi, Bollati Boringhieri, 1999 Torino

(2) Cristina Baldocci, Archivi impossibili. Un'ossensione delI'arte contemporanea, Johan & Levi, Cremona, 2019, p. 17

(3) A questo proposito si può consultare la documentazione fotografica dell'Artista che mette in evidenza il passaggio tra i concetti di distanziamento e di arcobaleno/abbraccio e i simboli connessi alle emozioni provate in quei periodo.