Le nove Muse, il ricordo e l'ispirazione: il Museo di Lipari

Le nove Muse, il ricordo e l'ispirazione: il Museo di Lipari

Un segno dei tempi? Se dico muse a cosa pensi?

Rispondi senza pensare…..

Se in un motore di ricerca si digita la parola muse al primo posto appare il museo delle scienze di Trento MuSe), al secondo posto il gruppo musicale britannico rock alternativo ed al terzo posto le 9 divinità, femminili, che presiedevano, ognuna, ad un’arte: le Muse

 

Se consideriamo che le Muse sono divine, figlie di Zeus e Mnemosune (il ricordo) e patrone delle Arti si può tranquillamente asserire che sono passate dalle “stelle alla stalle” scendendo nella scala valoriale della società al terzo posto poiché, di fatto, al primo posto ci sta, almeno in Italia, il MuSe e non le Muse.

 

Complimenti, pertanto, al creatore dell’acronimo MuSe (Museo delle Scienze) che ha utilizzato un nome, di per sé, molto cercato e che nella nostra memoria, seppur non a tutti, rimanda all’Arte intesa come “eterna magnificenza del divino” attualizzandola nel divino del nostro tempo: la Scienza a cui attribuiamo un valore immenso nella ricerca dell’immortalità.

 

Ogni musa rappresenta un’arte:

Clio la Storia, Euterpe la poesia lirica, Talia la commedia, Melpomene la tragedia, Tersicore la lirica corale e la danza, Erato la poesia amorosa, Poliminia il mimo, Urania l’astronomia e la geometria, Calliope l’elegia.

 

Urania rappresentando astronomia e geometria rappresenterebbe le Scienze (almeno come le intendiamo noi) e pertanto MuSe (Museo delle Scienze) e Muse avrebbero anche un legame.

In ogni caso alle Muse, col tempo, han fatto rappresentare tutto e il suo contrario.

 

Cosa c’entrano le Muse con i viaggi della semiotica visto che la semiotica si occupa di comunicazione?

Orbene tutto e niente…senonchè Poliminia, la musa che vedi nella fotografia dell'articolo, rappresentando danza rituale e canto sacro ovvero il mimo, posta in primo piano rispetto alle maschere della commedia greca nel momento in cui una osservatrice le ammira mi porta ad un tema: l’ispirazione artistica e la comunicazione. 

La comunicazione è pura semiotica, scienza dei segni, l'ispirazione è guidata dalle Muse pertanto Muse, semiotica e ispirazione vanno insieme.

 

Tutto il sapere è interconnesso e ciò che voglio ricordare (Mnemosune, dea del ricordo, madre delle Muse) è quando e come nasce l’ispirazione per fare un qualche cosa.

 

Se rivado al tempo della scuola il problema era l’ispirazione, la nascita della parola che, prima, avrebbe sporcato il foglio seguita poi da quel fiume di parole che sarebbero state il tema: ne avevo voglia di rivolgermi alle Muse per avere uno straccio di ispirazione. Non arrivavano mai.

 

Guardavo fuori dalla finestra, pensavo, mi disperavo ma niente né Polimnia né Euterpe mi aiutavano: se ne stavano rintanate sul loro monte Elicona e da li non andavano certo a soccorrere i poveri studenti (non ho mai capito perché le Muse soccorressero i poeti che, a parer mio, già eran ricchi di ispirazione mentre ad un povero studente che rischiava la bocciatura se non eseguiva il tema, non si prendevano la briga di apparire. Piove sempre sul bagnato mi dicevo).

 

Il tempo è passato, sono divenuto adulto ed ho capito che l’ispirazione è dentro di noi.

Non sono le Muse che te la passano le Muse semmai, se le invochi, ti indicano il cammino migliore una volta che già ci sei sul cammino ma non ti forniscono ispirazione alcuna.

L’ispirazione arriva se ricorri alla madre, Mnemosune (il ricordo): e da quello, dal ricordo, che l’ispirazione prende l’avvio.

Il ricordo è l’ispirazione.

Un esempio?

Ho visitato il museo di Lipari che raccoglie reperti delle passate civiltà mediterranee ed una sezione è dedicata ad una ricca collezione di maschere della commedia in miniatura.

Le maschere esposte sono, in miniatura, le tipizzazioni delle parti della commedia greca. Abbiamo perso le maschere degli attori ma sono rimaste questi studi che ci hanno permesso sapere come erano le maschere di cui ci parlano i commentatori delle commedie. 

Oggi possiamo pensare di essere abbastanza fedeli alla rappresentazione dell'intendimento dell’autore grazie a queste maschere.

Una sezione di museo che da sola è un Museo.

 

Mentre visitavo ed ascoltavo le spiegazioni della nostra guida ho scattato la fotografia di Lidia (il soggetto umano dell’immagine) mentre mostrava stupore (io però la ho colta nel momento in cui si  accorse che volevo immortalarla e così rise): nell’atto del fotografare mi sono ricordato (la memoria) le Muse.

Ho cercato di ricordare il nome delle Muse e chi fosse, in particolare, la Musa protettrice della commedia.

Il nome della Musa, Talia, non mi è sovvenuto di certo ma, posto che Lidia sollecita, insaziabilmente, i miei racconti di viaggio ho pensato che la mia musa ispiratrice, almeno per la, gradevole, pressione alla produzione è Lidia stessa.

 

E’ allora ben chiaro che è il ricordo che ci ispira: il ricordo del passato è la prima parola che sporca il foglio bianco poi, il resto del componimento, è una strada in discesa.

 

E tu lettore mi dirai: hai scritto tutto ciò per dirci che Lidia ti ispira alla scrittura?

Forse od anche…o meglio ho voluto fare ricordare che esistono i miti greci che esiste il MuSe di Trento e soprattutto il museo Archeologico di Lipari che non ha acronimi e non esce per primo nei motori di ricerca ma non è di certo l’ultimo dei musei…anzi

 

E poi suggerisco di rispolverare, magari nelle fresche serate novembrine, con un bicchiere di vino novello sul comodino, il libro “Mitologia Classica Illustrata” di F. Ramorino ed. Hoepli 1897 e rileggersi alcuni dei miti greci: sono davvero belli e per nulla noiosi!

 

Partiamo dal ricordo per creare un’opera d’Arte: tutto il resto è Noia!

 

N.B. La citazione  di Franco Califano è evidente: clikka per ascoltare la canzone