La Spagna a Murcia

La Spagna a Murcia

Un viaggio da ricordare? Murcia e la sua provincia.

Perché? perchè, inaspettatamente, a Murcia ritrovi la Spagna delle tradizioni, o meglio la Spagna che io incontrai la prima volta che giunsi a Madrid. Certo con cambiamenti perché la cancellazione delle culture locali, detta globalizzazione, è arrivata anche qui ma, fortunatamente, meno che in altri luoghi.
Qui i segni del passato sono ovunque!

 

L’ aeroporto ideale dove atterrare è Alicante: quando arrivi dall’alto vedi mare e spiagge e sullo sfondo gli albergoni che però, vista la bellezza della spiaggia che scorre sotto di te, non disturba.

Era Ottobre (quando la visitai io) e l’umidità e il profumo del mare mediterraneo appena scesi dall’aereo mi entrò nelle narici. (Una nota: Ryanair, con cui ho volato, per risparmiare non utilizza i bracci meccanici che si appoggiano all’aereo e ti fa andare a piedi al terminal e io ne sono sempre felice perché mi piace andare a bordo dell’aereo a piedi per godersi profumi e, a volte, odori del paese che si lascia e di quello che si visita).

 

Lasci l’aeroporto ed inizi a vedere, non tanto albergoni ma campagna, coltivata, ma campagna: a destra e sinistra dell’auto coltivazioni di agrumi, macchie verdi con spruzzate di arancio.

Sullo sfondo montagne aride.

 

Entri nella provincia di Murcia e capisci di essere in una sorta di catino pianeggiante al centro e montagnoso attorno.  

Effettivamente è così: le montagne separano la pianura dal resto della Spagna e così non solo le nuvole vengono trattenute fuori dalla provincia ma anche la globalizzazione.

Murcia è la provincia spagnola con meno precipitazioni ed è il maggiore produttore di frutta e verdura della Spagna e un poco ti strega perché vedi ordinati campi di vegetali e di piante da frutto e alle spalle, sulle colline brulle, i calanchi.

Si alterna il verde al giallo e il tramonto davanti a te copre tutto di una atmosfera unica.

 

Giunto nella città esci subito dall'albergo per conoscerla e qui rivedi la Spagna del secolo XX quella del trovarsi al bar a chiacchierare davanti ad una birra, quella dei negozi con le intelaiature delle vetrine in legno, quella dove il passeggio serale lungo il corso è un’arte non dimenticata.

Al momento Murcia conserva le tradizioni e il dialetto ma capisci che, forse, nel giro di 10 anni, quando scompariranno quelli che adesso sono “la popolazione fragile” (dai 60 anni in su) tutto passerà nell’oblio della storia (se si è riusciti a salvare qualche cosa).

Per il momento, però, ti immergi ancora nei bar ancora spagnoli forse un poco fanè e non in quelli moderni e graditi ai più ma tutti uguali, in plastica finto legno!

 

Per iniziare la serata, dopo una opportuna visita alla grandiosa cattedrale e consigliabile fare una degustazione di vino locale a la Diligente negozio/degustazione di vini del luogo: ti imbatti in vini di alta qualità a prezzi inimmaginabili da noi.

Il proprietario è sorridente e competente e ti racconta il vino della regione e ti fa provare vini moderni, compreso un Chiaretto di 14° gradi alcolici e poi, alla fine IL VINO spagnolo: due rossi corposi con tutto il gusto della terra spagnola.

 

In Spagna ci sono 69 denominazioni D.O.C. e nella provincia di Murcia 3 Doc e un Igt.

Il vitigno tipico è il Monastrel dal colore scuro e corposo che si mescola con la Garnacha (da noi conosciuto come Cannonau). Dagli anni 90 del XX ° secolo sono stati introdotti altri vitigni come cabernet-sauvignon, merolt, shirah.

La produzione di vino bianco è limitatissima (una sola azienda agricola lo produce) ma è sempre più richiesto. Il vino, qui, lo si degusta abbinato al formaggio: nella zona si produce solo formaggio di pecora o capra (invero delicati seppur saporiti).

Esci dalla degustazione un poco brillo ma felice! Una esperienza 10 e lode!

 

Una delle piacevolezze di questa provincia è che tutto è a un’ora di macchina. Puoi fare base a Murcia ed ogni giorno andare a visitare qualche città, luogo, monumento. Io sono andato a Lorca, Caravaca de la Cruz, Cartagena, Totana e Calasparra ed in ognuna di queste località mi sono imbattuto in piccoli musei, centri storici, chiese, tutti unici, magari senza firme illustri all’interno ma ben tenuti e soprattutto ricchi di orgoglio (nel senso migliore) locale.

 

A Lorca sono da visitare il museo degli Azzurri e dei Bianchi. Gli Azzurri e i Bianchi sono le confraternite maggiori in cui si divide la città: durante al Settimana Santa, in particolare il Venerdì Santo, sfilano sul corso principale con rappresentazioni della passione di Cristo.

Per un anno intero cuciono costumi nuovi, restaurano quelli antichi, lucidano le armi per una sfilata di due ore (tra tutti) sul corso.

Ho visto ricami e ricamatrici che non pensavo esistessero più.

Non si può non rimanere estasiati dai musei, dalla passione e dal lavoro

 

Poi vai a Caravaca de la Cruz: è la meta finale del “camino de la vera Cruz” percorso a piedi che i pellegrini percorrevano dai Pireni fino a Caravaca attraversando pianure assolate e montagne brulle per giungere nel Santuario di Caravaca e genuflettersi davanti alla reliquia delle Vera Croce che si trova nel punto più alto della Città.

 

Inutile dire che tutte le chiese incontrate sono spagnole dentro ossia sontuose ed alcune caratterizzate da una architettura inaspettata come il santuario di nostra Signora della Speranza: in una grotta si trovano due statue della Vergine con il Bambino, una è più antica e risale, forse al 1400 l’altra del 1617 (esiste il documento della donazione) ed entrambe furono poste in una grotta per il ristoro dei viandanti.

Negli anni 50 del XX secolo, dopo un viaggio di un abitante di Calasparra a Barcellona lo stesso decise di voler ricreare, al Santuario, il parco Guell disegnato da Gaudì. Fu cosi che tutto il Santuario è stato ricoperto da piccole pietre. Una opera grandiosa!

Nel Santuario c’è una sorgente d'acqua e un fiume scorre nelle vicinanze. La mente non può non riandare a Lourdes e domandarsi…. Sarà una coincidenza che il luogo ed i rumori sono simili?

 

Calasparra è la capitale di produzione del riso “bomba” tipicità agricola locale: il chicco è rotondo e, senza trattamenti, non scuoce. E’ ideale per cucinare la paella e io ne mangiai una indimenticabile!

 

Infine Cartagena de la Manga.

Come è?  Un misto di ogni stile.

Fu città romana e principale porto della penisola. La città romana scomparve sotto tonnellate di nuovi edifici e ciò che si ammira oggi sono, per lo più, edifici in stile liberty.

La zona del porto è “bagnata” dalla luce del mediterraneo e la visita prevede che ci si sieda in uno dei tanti bar della gran via a gustare un caffè asiatico (come è lo scopri solo se visiti Murcia e la sua provincia) dal gusto unico e ricco.

Il porto nasconde una sorpresa: l’ingresso agli scavi della città romana che, come anticipato, scomparsa sotto tonnellate di nuovi edifici è ricomparsa casualmente nel 1989 e da allora sono tornati alla luce una buona parte dei quartieri della città romana.  Nella zona del porto si entra negli scavi e poi si scopre un mondo di reperti archeologici e scorci romantici che ti fanno dire che “ne è valsa pena venire quaggiù”!

Attorno agli scavi vive la città notturna: bar, ristorantini, taperias… un mondo di giovanissimi, giovani, adulti, anziani che in allegre chiacchiere, invero un poco rumorose, ti fanno cogliere lo spirito della Spagna più Spagna (almeno come me la sono costruita nel mio immaginario di accanito viaggiatore).

In quattro righe un reportage di viaggio per chi volesse avventurarsi a conoscere Murcia.

 

Che dire infine? Vai, visita torna e racconta e nel frattempo ascolta Luz Casal