Incredibile India: Kerala

Incredibile India: Kerala

Andai in india più di 30 anni fa…e questo è ciò che scrissi: “Gli aeroporti sono lo specchio del paese che visiterai.  Ne ho visti tanti di aeroporti e come è l’aeroporto così è il paese. Ho rivisto aeroporti ad anni di distanza e se sono cambiati gli aeroporti è cambiato anche il paese, in meglio o in peggio.  Arrivai di notte a Mumbai. L’aeroporto era illuminato con luci al neon, fioche, ed aveva un’aria trasandata.  Ricordo, ma forse era effetto dell’ora pareti bianco-grigio, come indumenti intimi troppo lavati.  A Mumbai alloggiammo in albergo Taj vicino alla Porta dell’India monumento edificato dagli inglesi nel 1911 per europeizzare la colonia o meglio segnare il potere.

Fui colpito, subito, dall’ambiente della strada. Sulla porta dell’albergo fummo circondati da persone che chiedevano denari. Ti toccavano per attirare l’attenzione. A destra e sinistra avevi mani che chiedevano qualche spicciolo. Mi colpì un uomo, età indefinibile, che camminava appoggiando a terra mani e piedi. Le gambe non erano piegate con le ginocchia flesse e appoggiava le mani a terra così che aveva il posteriore più alto della testa. Avanzava, veloce, camminando a 4 gambe. Ancora oggi ho in mente questo uomo, magro, giovane, con una camicia bianca, dei pantaloncini o mutande, scarmigliato che chiedeva qualche cosa.  

La mia “Porta dell’India” fu forte. Ricordo traffico, gente che dormiva e viveva per strada. 

Anni dopo lessi “la coperta azzurra” e ritrovai quell’ambiente affollato, quei muri senza colore perché il colore era sparito col tempo ed i cortili delle scuole pieni di studenti in divisa.  

Da subito non mi piacque il gusto del cibo. Le spezie della cucina indiana non soddisfano il mio palato. Per 15 giorni mangiai riso in bianco e poco altro. Da quel viaggio non ho più mangiato cucina indiana e se sento il profumo di spezie indiane non mangio è un odore che non stimola il mio olfatto.

E dopo questo impatto raggiungemmo Udaipur. Qui era tutt’altra cosa. Il cibo non cambiò ma i luoghi si.  La gestione dell’albergo, un palazzo nobiliare, era lacunosa ma l’albergo aveva fascino. Molto indiano.  Ricordo tappeti rapè e letti in ferro e Udaipur me la ricordo nel sole del mattino ricca di fiori e di colori color ocra. Una bella città senza traffico e tanta vita per le strade.

Mi stupii che non vidi mucche per strada. Un’altra India.  A Udaipur ci prese il bus che ci avrebbe accompagnato per tutto il viaggio. Era un camion attrezzato: sospensioni rigide e motore interno alla cabina. Rumoroso e rigido. Il fondo stradale era dissestato ma il paesaggio bellissimo. Appena saliti sul bus fummo colpito da un certo odore di spezie.  Sarà l’India pensai. Partimmo alla volta di Jodhpur dove alloggiamo a Umaid Bhawan Palace edificio grandioso fatto edificare dal sovrano di Jodphur. Le guide turistiche lo dicevano simile ad una stazione del treno.

Ebbene non so se assomigliasse davvero ad una stazione ma era grandioso. Bello. Sontuoso. La stanza assegnatami era spaziosa, con grandi letti in ferro battuto e la doccia aveva un sifone enorme (oggi i sifoni della doccia grandi sono all’ordine del giorno ma negli anni 80/90 non erano diffusi).  A voler guardare le coperte del letto non erano propriamente calde. Pesanti si, ma calde…no. La cena era servita nella sala da pranzo enorme: di grande fascino anche se la professionalità degli addetti non raggiungeva livelli alti.  L’albergo aveva smagliature ma l’esperienza fu bellissima. Ora l’albergo è gestito dalla catena Taj di certo tutto funziona ma temo abbia perso quella atmosfera d’altri tempi.

Della città ricordo poco tutta la mia attenzione era stata rubata dall’albergo che è un pezzo di storia dell’India. Il giorno seguente, alla partenza, autista, che era di religione Sikh e aiuto autista ci attendevano sorridenti davanti alla porta del nostro mezzo. Notai un odore di spezie più intenso. Pensai che fosse la suggestione dei luoghi e partimmo alla volta di Jaisalmer. La città era magnifica: vie strette con case dalle facciate intagliate nella pietra e le porte in legno ancora più decorate. Appena fuori dal centro storico il deserto ti assorbiva. Andai ad ammirareil tramonto nel deserto e raggiunsi il luogo scelto a bordo di dromedari: li ricordo enormi molto più grandi di quelli mediorientali.  Ho visto tramonti più entusiasmanti ma qui mi piacque il luogo. Era il primo tramonto nel deserto: lo ricordo ancora. Alla partenza autista e aiuto autista ci attendevano sorridenti e l’odore di spezie a bordo del bus era ancora più intenso. Mah!

Andammo a Bikaner e alloggiammo in Lalgarh palace già residenza reale: diciamo che lo staff del maharaja aveva ancora da imparare. Quella notte piovve: freddo e umidità e materasso duro e palazzo che aveva visto tempi migliori sono il ricordo. Sempre autista e odore di spezie ci attendevano. L’odore di spezie  sul bus iniziava ad essere invasivo e persistente.

A Bikaner vistammo Karni Mata il tempio dei topi di Deshnok.  Dall’esterno l’edificio è sontuoso (anche all’interno) ed il grande portone è d’argento. Da subito vedi qualche topo sulle statue che adornano la facciata e ridacchi. Poi entri e non ridi più. In tutto il tempio ci sono migliaia di topi che girano indisturbati ovunque e non hanno paura dell’uomo. Si avvicinano, ti annusano. Non ti fanno nulla ma lo scenario è impegnativo. La paura, ingiustificata, del topo, riemerge. Poi ti avvicini al Sancta Sanctorum, al centro del tempio. Li centinaia di topi mangiano e l’odore è insopportabile. Vedi anche dove dorme il guardiano o sacerdote (non so): in mezzo ai topi benedetto da tanta grazia. Mi dissi che non sarei stato felice di dormire li. Un uomo sfiorò col piede la gamba della moglie come se un topo si stesse arrampicando: un urlo pietrificante gelò il tempio. Ero da un lato, affascinato, dall’altro spaventato che mi potessero mordere ma pensai che la nostra paura dei topi è ingiustificata. Giravano sereni per il tempio e non interagivano con l’uomo. La serena convivenza era possibile.

Solo a Jaipur vidi, per la prima volta delle (o meglio una) mucche per strada. Era magrolina, mangiava rifiuti e non mi sembrava così felici. Salii al forte Amber sulla groppa di un elefante. Mi pareva normale anche se vedevo che si imponeva dolore agli animali: con un punteruolo lo pungolavano dietro le orecchie. L’ultimo ricordo è di Samod dove dormii in un piccolo ma elegante palazzo.

Bello il palazzo ma ciò che ricordo è un venditore che aveva un odore alquanto forte: tutti ci guardavamo domandandoci (in silenzio) chi era il vicino così odoroso e alla fine capimmo quando, per aiutarsi a sostenere la cartella che conteneva le miniature  (per altro belle), sollevò una gamba!

Non sono più tornato in India forse per il cibo forse per l’odore.  Forse tornerei: film ambientati in India sono di grande fascino e mi stimolano al ritorno, ma nei film non c’è odore né tantomeno contatto fisico.”

 

Ed ora ci sono tornato: o sono cresciuto io o è cambiata l’India. Quel forte odore di spezie non si sente più.  Gli alberghi sono tipici ma occidentali: letti comodi, aria condizionata. L’autista ed il suo aiuto non dormono sul bus, le strade sono perfettamente asfaltate. E’ aumentato il traffico, questo si. In albergo e nei ristoranti si mangia molto bene.

Ora ho visitato la regione del Kerala e in più Mumbai allora il Rajasthan sempre con Mumbai che non è più sporca, gente che dorme per strada quasi non ce ne è e di mendicanti non se ne parla proprio: la globalizzazione ha cambiato il volto del paese. Ad ogni angolo fast food tipo mac donald e edifici moderni che non hanno quella grande personalità locale. Certo ci sono tradizioni che rimangono ma quell’India dei film o che vidi 30 anni fa ormai è solo nei film!

Il kerala è verde è in maggioranza cristiano e il cristianesimo compete con i templi Indù colorati e ricchi di statue e le chiese sono pertanto colorate, sontuose e ricche di statue. Non si vedono templi ovunque se non chiese ma ciò che colpisce è la bellezza degli alberi: enormi e frondosi e diffusi ovunque.  La zona delle Backwaters (laghi e canali e lagune) è incredibilmente bella e varia di paesaggi seppur simili ed ho un dubbio su quale fotografia mettere in apertura… probabilmente i fiori di loto…

Ciò che mi sento di dire: Incredibile India uno stato tanti paesi tutti diversi tutti da visitare…. India, mi sono riconciliato!

e sentiamo un poco di musica indiana.... che però io non ho udito