Fiori o Farina (di Mais)?

Fiori o Farina (di Mais)?

La semiotica parla anche di “Bon Ton”… che è così di moda!... tra l’altro perché la semiotica non dovrebbe parlarne posto che il segno (fiori o farina) da il significato (cortesia/gentilezza) all’azione?

 

La domanda è: Cosa fare se ti invitano a cena?

Domanda interessante perché il dubbio attanaglia sempre chi è invitato e a mani vuote a una cena non si va e pertanto mi chiedo: porto fiori o farina di mais?

 

Se vieni invitato a cena la educazione, nel secolo scorso, suggerisce o meglio insegna di non giungere a mani vuote dal tuo ospite e se anche giungi a mani vuote, il giorno successivo,  devi inviare un biglietto di ringraziamento o, meglio ancora, un biglietto accompagnato da fiori o un altro segno tangibile.

 

Anni fa, tanti che non li ricordo, era buon costume far recapitare il dono di cui sopra dal negoziante da cui proveniva il dono.

Ogni commerciante, alla domanda: “fate consegne a domicilio?” rispondeva, immancabilmente “Si”.

Fioristi, enoteche, pasticcerie, gioiellerie, tutti avevano un fattorino per le consegne a domicilio perché c’è stato un tempo che la consegna a domicilio era un sistema diffuso, per lo più tra gli studenti, per guadagnare quei pochi spiccioli che permettevano di andare al cinema o in discoteca.

Ma un tempo esistevano i negozi di prossimità.

 

Oggi leggo sui quotidiani, quelli seri, quelli che si occupano di cose serie non di pettegolezzi, che nel XXI secolo gli spiccioli e forse qualche cosa di più per andare in discoteca si raccolgono non più con le consegne a domicilio ma facendo esibizioni di vario genere su siti di incontri virtuali.

Prestazioni di tipo attoriale con simulazione di un qualche genere di piacere pare permettano introiti a cui molti aspirano perché, a detta degli intervistati, lavori poco e guadagni tanto.

 

Sempre secondo questi quotidiani le scene preferite dal pubblico, quelle più pagate, sono quelle che un tempo erano riservate all’alcova.

Al tempo raccoglievamo qualche spicciolo oggi, a detta di questi rinomati quotidiani, si guadagnano migliaia, se non milioni, di euro.

Il tempo cambia e mostrare parti del corpo e/o i figli e/o le nonne purchè sguaiate nel fraseggio ed anche un poco volgari, fa moneta.

Un tempo per fare le consegne non era necessaria la bella presenza era necessaria la voglia di fare, nei tempi odierni per le performance ci vogliono qualità che non tutti posseggono (bellezza, sfacciataggine, fantasia, buona fisicità anche motoria). Oggi si discrimina: bello? Approvato! brutto? Fai la fame o, peggio, consegni per quegli schiavisti che non nomino ma che vengono dall’ovest ed hanno un sorriso come logo!

 

Oltre a quegli schiavisti, dirai Tu, oggi ci sono i deliveroo ma quel servizio è appalto di altri schiavi che, per tutelare il reddito, si sono riuniti in confraternite o corporazioni in cui entri solo per cooptazione amicale o parentale e pertanto, visto che una linea internet non manca a nessuno non rimane altro che, se hai una ventina d’anni ma anche meno, fare attività di vendita in rete con spettacolino annesso.

Persino io che non ho più 20 anni mi sono lasciato andare a creare un canale su un sito di vendita per cercare di raggranellare qualche fan!

Non pensare male… vendo, o almeno cerco vendere, consigli di viaggio ma la cosa non funziona perché ho, si,  creato l’iscrizione e la pagina ma poi non ho mai fatto nulla.

Non ricordo nemmeno più il nickname (pseudonimo).

Però quanto fatto dimostra che anche io ho tentato la strada del facile guadagno!

 

Ma torniamo al nocciolo della questione che non ho esaminato: se ti invitano a cena è meglio portare dei fiori oppure della farina di mais?

Tu cosa faresti?

Innanzitutto ricorda, sempre, di ringraziare e confermare l’invito, almeno con un messaggio, se non con una telefonata e poi alla cena giugni con le mani occupate.

Io penso che se a me portassero della farina di mais, non commerciale, io preferirei il mais ma temo che la maggioranza il mais non lo gradisca e ne ho le prove: ho donato ad amici in visita una confezione di un mais integrale raro.  Mi han guardato “strano”, hanno sorriso ma ho capito che il mio privarmi di una cosa a me grata non ha pagato.  Avrebbero preferito non ricevere nulla perché han dovuto ringraziare senza aver gradito. Avevano un sorriso tirato. Credo che non li rivedrò più.

Li scuso perché al supermercato la farina per polenta costa poco (il prodotto è industriale) è senza germe di grano ed è insipida e soprattutto presuppone cucinare e pertanto li ho capiti ed anche perdonati ma così ho capito che la farina di mais non è gradita.

 

Eppure quella varietà specifica di mais è scarsa, il territorio di produzione è residuale, il luogo ed il metodo di molitura è artigianale e soprattutto il sapore finale è eccelso ma se si ignora tutto ciò e soprattutto non si è amanti del prodotto allora no, non si apprezza il dono.

Pertanto la risposta alla domanda (fiori o farina di mais?) è: porta fiori e non farina di Mais a meno che non ti abbiano detto che sono amanti della polenta!

 

E direi che possiamo ascoltare, da “la Traviata” libiamo ne’ lieti calici musica indicata per un ritrovo conviviale.

La Traviata si apre con arie allegre per raccontare la miseria del perbenismo (ottocentesco ma, tutto sommato, non morto) che Violetta, col suo comportamento, segnala e ridicolizza anche se muore (tragedia) ma Violetta è una eroina e non è di certo un vinto di Verga.

Buon ascolto!